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Questo è il nostro Diario di Pesca.
Qui vengono postate, divise per categorie, tutte le nostre uscite. Sono presenti anche sezioni per notizie, tecnica, regolamenti e sessioni di pesca precedenti la nascita del blog (2006).
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Sezioni

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venerdì 26 febbraio 2016

I remember again......

Era il lontano 2012 quando in compagnia di Fabio abbiamo catturato questo bestione di ben 127 cm ... come dimenticare
....e come sempre è tornato nel suo ambiente naturale..... C&R...

Ed ecco i bracco anche nel Perugino....

Da CarpOnLine riporto:
Oramai esistono delle vere e proprie organizzazioni criminali che di notte mettono reti nei maggiori fiumi e canali o addirittura sfruttando delle imbarcazioni a motore utilizzano le reti a strascico devastando i fondali e facendo razzia di pesce. Tutto il catturato viene direttamente lavorato e spedito nell'Est europa dove c'è richiesta, soprattutto di storione, pesce gatto e siluro.
Bracconieri che si sono affacciati anche nel Tevere dove sempre più spesso vengono rinvenute delle reti da sponda a sponda. Anche per questo la deputata umbra Tiziana Ciprini aveva presentato una proposta per inasprire le pene e le sanzioni a carico dei singoli bracconieri e delle associazioni criminali che portano avanti questo commercio. Ma è stata bocciata. 
“Nel collegato agricolo, noi del M5S, avevamo proposto emendamenti che inasprivano le pene per chi compie attività di bracconaggio nelle acque interne con l’arresto fino a 3 anni e ammende fino a 15mila euro, allargandole anche ad altri comportamenti che i predoni delle acque fluviali e lacustri pongono in essere come l'utilizzo della corrente elettrica o di sostanze tossiche”: ha spiegato la deputata umbra Tiziana Ciprini. 
Non è passata la sanzione penale per chi utilizza strumenti della pesca professionale oltre ai limiti consentiti, attività che ha ridotto al minimo la fauna dei fiumi e la sua delicata biodiversità.  Secondo l'Università di Ferrara, si è perso un terzo del patrimonio ittico, oltre al fatto di creare un grave danno al mercato regolare e alla nostra salute. 

venerdì 19 febbraio 2016

Per un pugno di voti...


Ma come è possibile tollerare ancora la pesca professionale in acque interne.... Il pesce è finito e quello rimasto va tutelato. Il futuro può essere solo ed esclusivamente pesca sportiva..

mercoledì 17 febbraio 2016

Lotta al bracconaggio In arrivo pene più severe

.... dalla Gazzetta di Reggio riporto...

Pescatori, forze dell’ordine e politici discutono la legge che inasprisce le sanzioni Il problema, per quanto riguarda il fiume Po, resta chi dovrà farla rispettare
Importante passo avanti per la lotta al bracconaggio. Nella seduta di mercoledì 10 febbraio, la commissione Agricoltura della Camera ha approvato un emendamento al ddl 3119 per inasprire le sanzioni – sia penali (arresto e ammenda) sia amministrative – circa le violazioni più gravi in materia di pesca in acque interne. I dettagli della novità sono stati illustrati al convegno “Bracconaggio 2.0” che si è svolto ieri all’interno di Carpitaly, la mostra nazionale di carpfishing e di pesca al siluro tra le più grandi d’Europa che si svolge a Gonzaga (Mantova).
Davanti a una platea composta da centinaia di pescatori e appassionati provenienti da tutto il nord Italia, gli esponenti politici che si sono maggiormente impegnati a livello nazionale sul tema, i rappresentanti delle forze dell’ordine preposte al controllo sul Po e i referenti delle associazioni nazionali dei pescatori. Tra i tanti, il deputato del Pd Marco Carra, il capogruppo della Lega nord in Regione Emilia Romagna Alan Fabbri, l’onorevole del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi, il presidente nazionale Federazione italiana pesca sportiva Claudio Matteoli e molti altri, moderati da Roberto Ripamonti, giornalista di Sky Caccia e Pesca.
L'emendamento. Il decreto ora dovrà passare in aula a Montecitorio (su questo aspetto i rappresentanti delle forze politiche hanno assicurato piena convergenza) e poi tornare in terza lettura al Senato. In base al contenuto dell’emendamento, resteranno di competenza del giudice penale reati contravvenzionali come la pesca con la corrente, con l’uso di esplosivi o sostanze tossiche, con ammende aumentate di importo (da 2mila a 12mila euro); per l’uso in acque interne di reti o altri attrezzi professionali in aree non consentite o da parte di soggetti privi di licenza a scopo professionale saranno previste sanzioni amministrative da mille a 6mila euro, oltre a un risarcimento di 20 euro a capo pescato. Previsti inoltre, per i casi più gravi, anche la confisca dei mezzi di trasporto del pescato e dei natanti utilizzati.
Il dibattito. Nel corso della conferenza, politici, pescatori sportivi e forze dell’ordine si sono confrontati sui punti dell’emendamento eventualmente modificabili, in particolare sulla possibilità di classificare come penali tutti i tipi di reati connessi al bracconaggio e, soprattutto, di mettere le forze dell’ordine in condizione di poter intervenire efficacemente. Quest’ultimo, in particolare, è il punto sul quale si snoda il tema: come sollevato da diversi relatori, ora che le norme ci sono, chi le farà rispettare?
In una fase nella quale le polizie provinciali tendono a essere dismesse, si rende necessaria una “rete” tra enti, associazioni, pescatori e forze dell’ordine in modo da non far diventare lettera morta la futura legge. Altro passaggio significativo del dibattito è stata la palese richiesta – da parte dei pescatori sportivi – di rivedere le norme della pesca professionale, in mezzo alle quali “sguazzano” i bracconieri.
Paradossalmente, le norme attuali permettono, a chi dispone di regolare licenza, di stoccare il pesce prelevato in modo illegale e di immetterlo poi sul mercato, con conseguenze devastanti per la salute dei consumatori.